Continuano le operazioni di recupero nell’oliveta. Pulizia sotto gli olivi e potatura del secco. Per poter lavorare è stato necessario chiedere un’autorizzazione alla Forestale, concessa dopo sopralluogo. Mi sono appoggiato ad un collega e, insieme, nel rispetto della Legge forestale toscana abbiamo individuato due aree di tre ettari ciascuna separate da una striscia larga 100 m. che deve rimanere naturale. Il concetto che sta alla base di questa prescrizione è che le olivete abbandonate sono assimilate alle aree boschive.
Per avere un nuovo permesso, dopo questo, secondo la stessa Legge toscana, dovranno passare cinque anni dal termine dei lavori. Considero il vincolo dei 5 anni un vincolo ingiustificato. In questa oliveta siamo di fronte a terreni agricoli, non boschi, seminativi arborati con olivi abbandonati da 20 anni. E’ chiaro che in questo lungo periodo sono nate specie selvatiche nello spazio libero tra gli olivi. Lentisco, rovi, Smilax, ginestra, sorbo e pero selvatico. La mia volontà è di rispettare i sorbi e i peri per la fauna selvatica e qualche ginestra per la sua bellezza. Le altre specie, tipiche dei terreni incolti o, al massimo della macchia mediterranea, devono essere tolte per dare luce e spazio agli olivi e condurne così a buon fine la coltivazione.
L’aver assimilato questi terreni al bosco e averli quindi assoggettati al vincolo dei 5 anni tra un intervento e l’altro se è corretto dal punto di vista giuridico, è una forzatura da quello agronomico e direi anche oggettivo. C’è moltissima differenza, cari colleghi Forestali, tra un bosco ceduo e un terreno agricolo incolto sia pure da 20 e più anni!
Penso subito alle prime conseguenze: ci vorranno anni in più prima che l’azienda raggiunga il suo sviluppo produttivo, anzi direi meglio: il suo ritorno alla produzione. Non da meno è il rischio incendi. La macchia e gli olivi abbandonati per la grandissima massa di legno secco che li contraddistingue costituisce un innesco pericolosissimo. Da qualsiasi parte cerchi di prenderla questa forzatura dei buoni principi della Legge forestale toscana, almeno in casi come il mio, non torna.