In un precedente articolo vi invitavo a leggere bene l’etichetta dell’Olio che state acquistando. E a diffidare da prezzi troppo bassi che possono nascondere miscele di oli diversi e provenienze non italiane.
L’attenzione che prestiamo nel momento dell’acquisto non dovrebbe essere rivolta alla sola ricerca del prezzo più conveniente ma essere integrata da valutazioni sulla categoria di Olio che stiamo acquistando, sul metodo di produzione delle Olive e sulla sua origine. L’etichetta, rispondendo a precisi obblighi di Legge, ci consente di conoscere nel dettaglio quale Olio stiamo comprando, la quantità, l’origine, il produttore, la scadenza e le modalità di conservazione.
Le etichette sono quindi una specie di carta d’identità dei prodotti che entrano in casa nostra e ci aiutano ad alimentarci secondo le nostre esigenze. Cercherò in questo e nei seguenti articoli, di fornirvi una traccia per una buona comprensione dell’etichetta dell’Olio di Oliva extra vergine e vergine.
Prima di tutto è importante verificare l’aspetto dell’etichetta che deve essere sempre chiara, leggibile e indelebile: se l’etichetta non c’è oppure non è chiara, è meglio diffidare.
Poi è necessario sapere che le etichette, riportano sia informazioni obbligatorie sia facoltative. A volte sono addirittura due: quella frontale, di norma, è quella di fantasia, facoltativa, che può riportare il marchio aziendale, il nome di fantasia dell’Olio, vari elementi grafici e di colore attrattivi, le informazioni sull’azienda produttrice e sull’uso consigliato dell’Olio. Queste notizie, ancorché facoltative, se indicate devono essere veritiere. L’altra sul retro è quella legale e pur magari ripetendo i marchi aziendali, deve dichiarare le informazioni obbligatorie che qui vedremo.
La prima indicazione indispensabile di un Olio che deve apparire in etichetta è la sua categoria.
Le aziende agricole, le fattorie, possono produrre solo Olio extra vergine di Oliva, a volte abbreviato in Olio evo/e.v.o. (extra vergine d’Oliva) e Olio di Oliva vergine. L’industria, mediante processi di raffinazione, aggiunge ai primi l’Olio di Oliva e l’Olio di sansa di Oliva. E’ subito chiaro che la parola vergine definisce gli Oli di fattoria ottenuti direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici, la molitura in frantoio. La parola extra indica una qualità superiore e, infatti gli Oli extra vergine d’Oliva sono anche definiti per Legge “di categoria superiore”.
La qualità superiore degli Oli extra vergine d’Oliva deriva dal titolo in acidità basso e mai superiore allo 0,8%. Gli Oli di Oliva vergine, invece, hanno un titolo di acidità compreso tra 0,8 e 2,0% (Per maggiori dettagli sull’acidità dell’olio si veda l’articolo del 19.11.2021). Considerate che al gusto possiamo valutare l’amaro, il dolce, il fruttato e il piccante non l’acidità che fino a circa all’1,5% non è rilevabile al palato. Un Olio di Oliva vergine di un grado (acidità 1,0%) ci potrebbe essere indistinguibile da un Olio extra vergine d’Oliva con acidità dello 0,5%.
L’acidità non è però un dato che è obbligatorio indicare in etichetta e, infatti, è rarissimo trovare un Olio di fattoria che la riporti perché, la Legge dispone che tutto quello che si scrive in etichetta debba corrispondere esattamente a verità ed è quindi facile intuire che anche una piccola variabilità fra i laboratori di analisi o tra i lotti imbottigliati potrebbe portare a discussioni con gli organi di vigilanza.
In un prossimo articolo discuteremo delle indicazioni biologico e origine.