La stagione agricola primaverile – estiva 2022 è caratterizzata da una lunga siccità.
Abbiamo avuto intorno a Pasqua 2022 qualche breve fenomeno ma niente di significativo. Se per le necessità delle persone si ovvierà, almeno in parte, prelevando l’acqua dalle falde sotterranee ma non è escluso che in qualche Comune si dovrà procedere comunque con razionamenti temporanei, per l’agricoltura il danno è grave. Le rese produttive dei cereali, della frutta e della verdura sono in netto calo, è mancata l’allegagione della mignola degli olivi, le viti soffrono e chi può le sta persino irrigando. I prezzi sullo scaffale di insalata e delle altre colture ortive, sono alle stelle.
Poiché sembra che andremo verso stagioni caratterizzate da fenomeni estremi, siccità primaverile – estiva e fenomeni intensi, perfino alluvioni, in autunno, a me pare che sia necessaria una programmazione degli interventi di politica agricola e ambientale accurata.
In campo agricolo è necessario finanziare subito la realizzazione di piccoli invasi, laghetti, per la raccolta delle acque piovane invernali che saranno poi utilizzate per l’irrigazione delle colture in primavera – estate. È evidente, infatti, che piovendo sempre meno e in periodi più concentrati, le falde sotterranee tenderanno ad abbassarsi, divenendo, lungo le coste, aggredibili dall’intrusione dell’acqua marina. Per proteggerle è necessario limitarne i prelievi destinandole al solo uso potabile. All’Agricoltura dovranno essere riservate, invece, le acque superficiali non destinate all’uso potabile e, possibilmente, le acque depurate purché risultanti nei limiti di Legge.
In questi mesi estivi caratterizzati da una lunga siccità e da temperature al di sopra della norma, osserviamo poi gli alvei dei torrenti e, purtroppo, anche dei fiumi, completamente asciutti. Ad una esplorazione più attenta si rileva anche la presenza di rifiuti e di una gran massa di residui vegetali. Intere piante o parte di piante di alto fusto divelte da precedenti alluvioni o giunte al termine del loro ciclo, residui di sfalci degli argini lasciati sul posto (mentre sarebbe buona norma almeno la loro trasformazione in cippato), sassi e sedimenti vari trasportati dalle acque e quindi rilasciati spesso in punti inidonei al corretto fluire delle acque di una successiva piena. Questo materiale se lasciato sul posto, in occasione di una nuova piena, tornerà a scorrere e ad accumularsi nei punti critici, quali ponti, strettoie e curve, dell’alveo del fiume causando nuove esondazioni, alluvioni e danni.
Questa siccità estiva è quindi un’occasione per porre rimedio a ciò. I tempi sono stretti ma qualcosa si può ancora fare. Le Amministrazioni pubbliche e i Consorzi di bonifica dovrebbero attivarsi adesso che non sono ostacolate dalla presenza del normale livello delle acque per ripulire gli alvei dei torrenti e dei fiumi di loro competenza almeno nei punti critici che sono, badate bene, ben conosciuti o facilmente identificabili. Non farlo sarebbe miope e piangere dopo ipocrita.