Anche quest’anno, ai primi di Ottobre, arrivo alla raccolta delle olive dopo un anno sempre diverso dai precedenti. La raccolta 2022-23 si caratterizza, infatti, per la siccità di tutta la stagione che ha dimezzato l’allegagione a Giugno e turbato i processi metabolici di maturazione delle olive tra Agosto e Settembre. Tra gli aspetti positivi, invece, segnalo la scarsa presenza della Mosca dell’Olivo, contrastata anch’essa dalla forte siccità, per cui le poche olive da raccogliere sono molto sane.
Come quantità, nei miei oliveti, stimo un calo fino al 20% rispetto al 2021, anno già di produzione inferiore alla media. Amplifica il problema della riduzione della produzione, la scarsità della manodopera disponibile ad impegnarsi per la raccolta e l’aumento dei prezzi di ciò che serve per arrivare al prodotto finito: i bag in box e le lattine costano dal 50 al 60% in più rispetto allo scorso anno, le bottiglie non si trovano e i rivenditori mi avvertono che, quando saranno disponibili, aumenteranno comunque di almeno il 40%. Il cartone delle scatole è rincarato del 50 e le etichette del 40%. Anche i Frantoi hanno adeguato i prezzi ai nuovi costi energetici.
Come scrivevo già l’anno scorso di questi tempi e in un altro articolo seguente, per sostenere la produzione olivicola toscana e nazionale, fronteggiare i cambiamenti climatici, difendere il sistema alimentare italiano e la Dieta mediterranea di cui l’Olio è un componente fondamentale, occorre subito un Piano di investimenti per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, oltre al recupero dei tanti oliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare speranza ai territori. Il Piano dovrà essere dotato di risorse anche per contrastare l’aumento dei costi, per realizzare nuovi impianti di irrigazione, recuperando, ove possibile, le acque reflue ben depurate e potenziando la rete di invasi e laghetti, creando anche nuovi bacini di accumulo delle acque piovane, per esempio, nelle ex cave.
Purtroppo, invece, una mia domanda al Ministero delle Politiche agricole di parziale contributo per il recupero degli oliveti abbandonati, giace, insieme a quella di tanti altri agricoltori come me, inascoltata da più di 6 mesi.
Infine, mi rivolgo quindi ai miei clienti e un po’ a tutti i consumatori, ringraziandoli per l’attenzione che prestano all’Olio e all’olivicoltura e invitandoli a comprendere cosa effettivamente ci sia dietro l’aumento dei prezzi che io, come altri produttori di Olio extra vergine d’Oliva biologico, siamo costretti a praticare. L’invito è senz’altro anche quello di non cadere nell’inganno del prezzo basso che è, certamente, caratteristica del falso Made in Italy. Scegliete sempre verificando attentamente l’etichetta e, preferibilmente, vicino a voi da chi conoscete o potete conoscere.