Nelle olivete biologiche la lotta alla Mosca dell’olivo (Bactrocera oleae o Dacus oleae) assume caratteristiche da sfida quasi impossibile. Abbandonati per forza gli insetticidi, è necessario mettere in campo una serie di sistemi che possano prevenire e controllare questo insetto. Allo stesso modo è necessario essere consapevoli che comunque una parte di olive andrà perduta e che bisognerà anticipare la raccolta ai primi di Ottobre. Si fa così per evitare un’ulteriore ultimo attacco della Mosca che, di norma, si manifesta proprio in questo mese a causa del clima non più freddo come una volta.
La prima azione da fare è studiare bene l’annata: inverni miti, primavere umide ed estati fresche favoriscono l’insetto e ci devono mettere in pre-allarme. Un tempo nulla si faceva per contrastare la Mosca fino quasi ad Agosto: oggi se si vuole avere qualche successo, è necessario partire già dalla fine di Marzo. Infatti in Toscana alla fine di Marzo assistiamo al volo della prima generazione dell’anno che si è riprodotta nelle olive non raccolte o cadute a terra e abbandonate.
Un efficace controllo di questo primo volo avrà la conseguenza di abbattere il numero di Mosche che si potranno riprodurre e dare quindi vita alla seconda e alle altre generazioni. Consiglio quindi di mettere in campo, per ettaro, 50 trappole “cromotropiche” a colla – senza insetticida – come quella che vedete nella foto. Senza prodotti chimici catturano le mosche comuni e quelle dell’olivo attirandole con il loro colore. Le api, per fortuna, le ignorano. In Primavera funzionano benissimo, in estate meno per vari motivi che spiegherò poi. Hanno un difetto: il vento le strappa e quindi se poi farà tempaccio andranno riposizionate.
Oggi ce ne sono però anche di plastica che resistono meglio al vento. (Continua).