Nel corso dell’Inverno 2021-22 e fino alla Primavera 2022, sono ripresi i lavori agricoli per il recupero e la valorizzazione di quella parte dell’Oliveta biologica che non era ancora stata interessata dalle operazioni di pulizia dei campi. Sto operando su altri 3 ettari, per i quali ho ottenuto il permesso dalla Forestale secondo le norme che regolano in Toscana il recupero dei terreni agricoli abbandonati e quindi assimilati ai boschi.
In questa area dell’Oliveta, opposta a quelle già recuperate lato mare, sono presenti circa 60 olivi di 80-100 anni d’età di varietà Frantoio e Moraiolo per lo più, suddivisi in più file. Il terreno intorno agli olivi è stato ripulito dalle infestanti – Lentisco e Smilax spp. principalmente – con un trincia-sarmenti forestale. Negli spazi così liberati abbiamo trovato, nati nel tempo grazie all’inseminazione spontanea favorita dagli Storni, altri 200 olivi selvatici che oggi hanno tra i 10 e i 20 anni. Per i primi più vecchi sarà necessaria la potatura di riforma perché sono troppo malmessi, per i secondi l’innesto con varietà domestiche.
Ho quindi studiato un provvedimento per la valorizzazione dell’Olivicoltura nazionale reso disponibile dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) che ha recentemente rilasciato le Istruzioni n. 13/22 in applicazione del Decreto Mipaaf 23 novembre 2021 “Interventi per la filiera olivicola ai sensi dell’articolo 1, comma 128, della Legge 30 dicembre 2020, n. 178 che istituisce il Fondo per lo Sviluppo e il Sostegno della Filiera Agricola“.
Si tratta di un sostegno economico in forma di contributo per i produttori olivicoli associati ad organizzazioni riconosciute, a fronte di spese documentate e calcolate nella misura del 70% di quanto risultato in istruttoria ammissibile dal Decreto. Le principali caratteristiche che deve avere l’oliveto per poter accedere al contributo sono: una superficie minima interessata di 2 ha; la presenza o l’utilizzo esclusivamente di cultivar italiane, storiche e autoctone; l’adozione nella coltivazione di sistemi di agricoltura di precisione; un’età degli olivi da recuperare di almeno 40 anni.
I lavori ammessi, invece, sono: l’impianto, comprese tutte le operazioni inerenti come lo scasso, lo squadro, l’acquisto delle piantine; gli impianti irrigui a goccia; l’infittimento o il reimpianto di oliveti esistenti; la potatura straordinaria o di riforma finalizzata al recupero produttivo.
Ho quindi presentato domanda per la potatura di riforma. Nel mio progetto c’è anche lo sviluppo dei compluvi aziendali al fine di realizzare un lago che servirà all’irrigazione degli olivi e come riserva antincendio. Mi ha fatto piacere e costituisce prova delle intenzioni serie del Ministero che si riflettono su noi olivicoltori, che alla domanda di sostegno debba essere allegata una relazione tecnica di asseveramento a firma di un Dottore Agronomo o Perito agrario.
In un prossimo articolo vi fornirò gli esiti di tutto l’intervento.