Le piogge di ieri e l’altro ieri hanno ridato vita agli Asparagi selvatici altrimenti in difficoltà. Appartenente alla famiglia delle Liliaceae, l’Asparago selvatico (Asparagus acutifolius) è spontaneo nella nostra macchia e si può raccogliere fino dalla fine di Gennaio, quando è mite, a tutto Aprile se è piovoso.
Sempreverde e cespuglioso, è perenne, predilige i terreni calcarei, un po’ ombreggiati da piante di dimensioni maggiori. Da noi si accompagna facilmente all’Olivo. Altri nomi comuni con cui è conosciuto sono “Asparago spinoso” e “Asparago pungente”, nomi derivati dalle caratteristiche piccole spine poste alla base dell’apparato fogliare. Sono molto più piccoli ma anche più saporiti dei comuni asparagi coltivati; vengono raccolti allo stadio di germogli immaturi e si possono raccogliere più volte dalla stessa pianta. Occorre fare attenzione nella raccolta staccando accuratamente il getto dalla base, senza strapparlo o danneggiare il ciocco sotterraneo; queste precauzioni permettono che il ciocco produca altri germogli.
In stagione di primavera avanzata, fine Aprile – inizio Maggio, occorre sospendere la raccolta per permettere la riproduzione. Lo stelo deve vegetare, produrre le foglie, fiorire e fruttificare. La vegetazione completa consente l’accumulo di sostanze di riserva nel ciocco sotterraneo che alimentano la vegetazione dell’anno successivo; così facendo permetteremo la sopravvivenza della pianta per molti anni.
L’Asparago selvatico può essere coltivato in orto mediante impianto dei ciocchi o per seme. L’impianto opportunamente condotto ha una durata poliennale. La raccolta dal coltivato evita il danneggiamento della flora spontanea. I germogli dal sapore amarognolo sono spesso utilizzati in cucina per fare frittate o il molto apprezzato risotto con asparagi. Sono anche leggermente diuretici.
Buona ricerca a tutti.