Da ieri, 1° Marzo 2022, una bandiera ucraina appare sulla home page del sito www.antoninotringalicasanuova.it.
Attraverso questo piccolo segno vorrei dimostrare, come tantissimi altri, la mia vicinanza, la mia partecipazione e, soprattutto, il mio dolore per quanto sta succedendo al popolo ucraino, ai suoi bambini, alle sue donne e uomini, anziani e giovani.
Le televisioni e i media in generale ci stanno trasmettendo immagini terribili di guerra, morti e distruzione. Guerra che come fenomeno storico avevo studiato sui libri e, nella mia ingenuità, credevo mai avrebbe potuto capitare di nuovo in Europa. Kyyiv, lo scrivo alla ucraina per rispetto, è a un giorno di auto da casa nostra, due ore di volo. Non possiamo dire che non ci riguardi. L’Ucraina è al centro dell’Europa, è il cuore dell’Europa, è cristiana, è popolata da gente come noi che desidera lavorare per costruirsi, con il proprio impegno, un futuro migliore per sé e i propri figli e lo vuole libero, nella democrazia, come lo vogliamo noi e come lo abbiamo scritto nella nostra Costituzione.
Capisco meglio oggi che scrivere “l’Italia ripudia la guerra” pur essendo un principio nobile e giusto non è sufficiente per tenere lontana la guerra dai nostri confini e, Dio non voglia, dalla nostra stessa Patria.
Se vogliamo dirci la verità, di fatto, da oggi l’Italia è in una sorta di guerra non dichiarata con la Russia attraverso la decisione del nostro Parlamento di inviare armi offensive all’Ucraina per difendersi dall’invasione russa. E per quanto ciò sia impensabile e orrendo, è necessario. L’Ucraina sta combattendo anche la nostra guerra, al posto nostro. Sta pagando con i suoi morti, la distruzione del suo Paese e l’esodo, quanto orrore mi causa dover usare ancora nel terzo millennio dalla nascita di Gesù Cristo la parola esodo, delle sue donne e dei suoi figli più piccoli, la debolezza del nostro Occidente, la mancanza di una chiara e leale leadership negli Stati Uniti come in Europa. Ciò è così per l’Ucraina almeno dal 2014 ma per altri scenari anche da molto prima: in un dato momento storico abbiamo promesso alleanze, democrazia e sostegno a nazioni e ai loro popoli, per poi fuggire precipitosamente e vergognosamente quando in un secondo momento la situazione si era fatta difficile.
Abbiamo pensato che fare affari, al minor prezzo possibile, fosse sufficiente per creare benessere e garantirci un futuro sereno e sempre migliore per noi, anche se questo alimentava le disuguaglianze. Ma abbiamo deciso di non vederle. Abbiamo deciso di ignorare le crisi che travagliano il Mondo, abbiamo pensato che il nostro benessere fosse sufficiente a tenere fuori il male. Abbiamo ignorato l’antico principio romano “si vis pacem para bellum” se vuoi la pace prepara la guerra, che non vuol dire fai la guerra ma attrezzati e dimostrati forte perché in questo Mondo, oggi ritornato a più di 80 anni fa, alcuni capiscono e rispettano solo la forza.
Alla gente della Ucraina vorrei dare il mio abbraccio e il mio pensiero: siamo fratelli. Resistete e, allo stesso tempo, trattate. Mi rendo conto di quanto sia difficile e tragico ma tanti come me credono in una Ucraina libera, indipendente, democratica. Sono certo che ognuno di noi a modo suo fa e farà sentire la sua voce e il suo aiuto. I nostri Governi hanno applicato varie sanzioni economiche alla Russia che stanno funzionando e il cui effetto sarà sempre più determinante.
Vorrei dire qualcosa anche al popolo russo. Ho conosciuto alcuni russi nella mia vita e mi sono sempre trovato bene con loro. Che siano atei o cristiani sono come noi e mi sento anche loro fratello. Ebbene io non credo che questa guerra sia voluta, capita e partecipata da tutto il popolo russo. Ribellatevi, scendete in piazza, scioperate, costringete Putin e il suo Governo alle dimissioni. Agli uomini e donne dell’Armata Rossa rivolgo il mio appello perché abbandonino le loro armi lì dove sono e tornino a casa dalle loro famiglie. Non sprecate le vostre vite. Anche in questo caso mi rendo tragicamente conto dell’inadeguatezza delle mie parole: abbandonare il posto assegnato e scioperare oggi in Russia non è come farlo in Occidente. Eppure se lo fate in cinquemila le conseguenze per voi saranno gravissime ma se lo fate in un milione, saranno loro a dover cedere.
A me stesso e agli italiani ed europei come me dico: smettiamo di pensare che ci sia sempre qualcun altro che si deve occupare dei problemi del Mondo. Cominciamo invece a pensare che sta a noi essere arbitri del nostro destino, decidere come vogliamo vivere e aiutare i popoli in difficoltà. Smettiamo di pensare che tanto io non posso fare nulla, tanto non cambia mai nulla. Cominciamo invece a pensare che ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa qui e ora e che se un milione di persone si alzano e chiedono pacificamente con la loro voce un cambiamento saranno in grado di ottenerlo.
Tante sono le azioni che concretamente possiamo fare. Donare. Aiutare la gente dell’Ucraina. Andare a votare. Dimostrare pacatamente ovunque la nostra opinione: in famiglia, nel luogo di lavoro, nei circoli, nelle associazioni, in piazza, nei social. Occuparsi di politica, compito per il quale desidero incoraggiare particolarmente i giovani, le migliori forze del nostro Paese. Fare volontariato, come moltissimi italiani dal cuore grande già fanno. Chiamare fratelli tutti i popoli del Mondo e amiche le nazioni che condividono i nostri valori.
Viva l’Ucraina! L’Ucraina viva
Kyyiv = Kiev
2 risposte
per favore signor Tringali
a prescindere da come la pensa, la prego di cancellare la bandiera dell ‘Ucraina dalla mia home page…
mi farebbe davvero una grossa cortesia…
mario rivetti
Caro Signor Rivetti, non capisco bene il senso del suo messaggio. “La prego di cancellare la bandiera dell’Ucraina dalla mia home page…” Forse lei voleva dire dalla “sua” home page e forse quindi lei non è chi scrive di essere e quel “mia” al posto di un “sua” è frutto di una cattiva traduzione.
In ogni caso per risponderle nel merito, si tratta della mia libera opinione e volontà che si può discutere se crede ma resta. Toglierò la bandiera dell’Ucraina dalla mia home page quando scoppierà la pace.
La saluto e la ringrazio per il commento